Molto interessante a mio avviso il rapporto tra le città-stato italiane e i regni sorti dopo la Prima Crociata. Già nel 1098 i Genovesi avevano soccorso i crociati partecipando all'assedio di Antiochia. Boemondo, in virtù della loro prodezza, concesse alla Città di Genova l'uso di un fondaco ( un gruppo di magazzini con una corte centrale), di un pozzo e di tredici case. Le Città marinare di Pisa, Genova e Venezia furono le maggiori presenze in Oriente, ma anche città come Saint-Gilles o Narbona e le comunità sicule si erano fatte sentire in Oriente, con molto minor peso e la loro presenza era di carattere diverso. Sugli italiani invece possiamo dire che era un vero e proprio mondo commerciale, non privo di lembi di terra che appartenevano in toto al comune, tanto da creare in città grandi come Antiochia, Acri e Tripoli dei veri "quartieri", che altro non erano se non piccole piazzeforti degli stati italiani. Solitamente ogni città italiana possedeva nei centri abitati crociati una chiesa, un molo, un fondaco e una serie di abitazioni per chi, tra gli italiani, aveva deciso di trasferirsi. Il carattere mercantile dei quartieri italiani difatti rendeva questa permanenza molto particolare: nella maggior parte dei casi la città lasciava un proprio ambasciatore detto "console" e il suo entourage nella città, a carattere fisso ( quindi viveva in Terrasanta) mentre la maggior parte dei cittadini del quartiere vi rimaneva solo quei giorni necessari allo smercio, per poi ripartire per mare. Difatti, più che di case, è bene parlare di veri e propri alberghi. I servigi che le città marinare svolgevano per i regni crociati erano di indubbia importanza: smercio di armi e di prodotti occidentali e orientali, trasporto di truppe fresche e pellegrini dall'Occidente, servizio postale. Difatti, non di rado i sovrani crociati fecero importanti lasciti ai Veneziani e ai Genovesi per i loro meriti: fu con la conquista di Cesarea nel 1104 che i Genovesi ottennero infatti del Santo Graal, che fu poi condotto a Genova e che divenne parte dello stemma per tutto il Medioevo. Alcune donazioni molto importanti da ricordare sono per i Veneziani la concessione di Boemondo II di un terzo della città di Tiro alla Serenissima, con la clausola di dover giurare atto di vassallaggio a lui in quel quartiere. Per i Genovesi invece Bertrando, per impadronirsi di Tripoli, donò alla Repubblica un castello nelle vicinanze della città, l'ampliamento del loro quartiere e un terzo della città!Occorre anche dire che questi quartieri avevano l'esenzione dalle imposte ( dei regni ove erano ospitati), diritti giudiziari privati - il privilegio di avere un tribunale gestito dai propri concittadini - e il privilegio di extraterritorialità, con tutte le varianti del caso. Il console difatti giurava fedeltà al Re crociato, ma anche rinnovava la sua fedeltà al Comune di appartenenza. Spesso queste agenzie mercantili divenivano vere e proprie colonie, tant'é che molti prodotti orientali come seta, sapone, zucchero e profumi passeranno solamente attraverso le comunità italiane verso i mari occidentali. Purtuttavia, almeno per tutto il XII secolo, i principali canali commerciali erano ancora Alessandria d'Egitto e Costantinopoli. Il mercato crociato più importante senza dubbio era Acri: pepe, spezie, incenso, droghe medicinali, profumi, sete, zucchero, avorio, marocchino, mussola, cotone, indaco, allume, ceramiche, vino, olio... tutto passava per Acri. D'altro canto l'Occidente inviava sui mercati orientali carne, grano, frutta secca, vino decisamente di miglior qualità. I mercanti vendevano, e si rifornivano di nuova merce nello stesso porto, col risultato che le navi non erano mai vuote; e ciò influì sullo sviluppo enorme della pirateria musulmana nel basso Medioevo. Sempre su Acri, Matteo di Parigi ci annota con grande stupore che il Signore di Acri otteneva dalla città, come tassa mercantile, qualcosa come 50'000 lire annue: un decimo delle entrate che riceveva il Re di Francia sui suoi interi domini. E' una cifra enorme, contando come gli sgravi fiscali e le esenzioni per i Comuni o per singoli mercanti particolarmente cari fossero anche molto generosi. Le agenzie mercantili, tuttavia, non erano solamente in mano agli italiani: è interessante la Confraternita di Mosserin, i cui fratelli si davano al commercio di pietre preziose fin dal 1221, famosa per essere stata invischiata nei conflitti etnici tra fazioni cristiane ad Acri tra il 1256 e il 1290. Questa Confraternita era infeudata all'Ordine del Tempio, sebbene fosse composta, si dice, prevalentemente da cristiani di rito nestoriano. Il complesso rapporto monetario tra regni, che dopo la Prima Crociata diventa a dir poco labirintico, viene affidato prevalentemente agli Ordini Cavallereschi del Tempio e dell'Ospedale, coi loro cambiavalute disposti in fondachi autonomi. Eppure, i sempre-verdi nomi delle famiglie italiane sono sempre presenti.
Da: "La Grande Storia delle Crociate" di Jean Richard
Nessun commento:
Posta un commento