giovedì 2 maggio 2013

Medioevo - Ivan IV detto "il Terribile"


Infanzia e primi anni di regno di Ivan IV 


Ivan IV aveva solamente 3 anni quando suo padre Basilio III morì nel 1533. Il governo fu assunto dalla moglie Elena, la quale agì in modo arbitrario rispetto alla Duma dei Boiari appoggiando si allo zio Mihail Glinskij, ma nel 1538 la regina morì, probabilmente avvelenata. Seguì un periodo di lotte intestine fra i boiari - la nobiltà russa - per il controllo del gran principato di Mosca. Tutte le risultanze indicano che in questo periodo vi fu un periodo di arresti, persecuzioni ed esecuzioni arbitrarie e in questo clima Ivan IV crebbe. I documenti attestano di un ragazzo sensibile, intelligente e precoce, divoratore di libri sopratutto ecclesiastici. Non appena fu grandicello apprese con dolore la sua posizione ambigua, nella quale i nobili gli rendevano omaggio ma nel frattempo tramavano contro di lui, e assunse la consapevolezza del suo ruolo di principe. Secondo una cronaca dell'epoca l'amarezza e la crudeltà che il ragazzino covava trovavano sfogo nelle torture che infliggeva agli animali. Le lotte intestine portarono a ruolo di capo la famiglia Sujuskij, il cui capoclan era Andrej. Improvvisamente all'età di tredici anni Ivan fece imprigionare Andrej Sujuskij dai suoi domestici e poi fatto giustiziare. Il principe prese in mano la situazione con sorprendente abilità vista la sua età tutt'altro che matura: a sedici anni, nel 1547, si fece incoronare attraverso una complessa e maestosa cerimonia da egli stesso ideata e preparata (16 gennaio 1547) e per la prima volta si definì Zar di tutte le Russie. Scelse anche, nello stesso anno, di sposarsi, e fece pervenire a palazzo 5'000 fanciulle di famiglie nobili per selezionarne la sposa, e scelse Anastasija Romanovna - cognome tutt'altro che banale, eh? - una bellissima e dolce fanciulla, stando alle cronache, di cui si innamorò perdutamente. Un amore fortunato e ricambiato, e l'inizio del regno fu caratterizzato da un insolito e illuminato governo. Nello stesso anno Mosca fu devastata da un incendio e Ivan prese quest'evento come una punizione per i suoi peccati, dei quali chiese perdono pubblicamente nella Piazza Rossa. Queste sue crisi di fede si sarebbero in seguito ripresentate come tratto distintivo del suo carattere. La benefica influenza di Anastasija portò luce e gioia nel regno: Ivan si serviva delle consultazioni di un ristretto gruppo di collaboratori efficienti e fedeli fra cui il Metropolita Macario, il protosacerdote Silvestro e Aleksiej Adasev, di umili origini. Nel 1549 lo Zar chiamò a consiglio lo zemskij sobor paragonabile agli Stati Generali degli stati europei medievali. Ivan ottenne l'approvazione di un nuovo codice legislativo e nel 1551 convocò un grande concilio ecclesiastico nel quale furono regolamentate le relazioni fra chiesa e stato. Nel nuovo codice di leggi, il Subiednik del 1550, dette avvio ad una nuova forma di governo delle province nelle quali i consigli del popolo avevano potere di nominare un giudice che controllasse il boiaro e il delegato principesco, in modo da evitare errori e soprusi. Sorprendente per l'epoca. Nel 1556 Ivan IV migliorò l'esercito moscovita con nuove regolamentazioni circa la leva e istituendo il corpo regolare dei moschettieri, gli strelizzi (Стрелец) I miglioramenti alla struttura militare furono quanto mai tempestivi in quanto Mosca avrebbe in seguito combattuto aspre guerre contro i vicini. Ivan IV infatti intraprese campagne militari contro i khanati mongoli che imperversavano con raid e saccheggi nel regno, fino all'offensiva contro il Khanato tartaro di Kazan' nel 1551. Durante l'assedio i tartari della Crimea, sorretti da giannizzeri turchi e da artiglierie ottomane, penetrarono nel territorio russo quasi fin sotto le mura di Mosca, ma Ivan e il suo esercito riuscirono a debellare l'armata mongolo-turca e poi ripresero l'offensiva contro Kazan', spezzandone definitivamente le difese. La presa della città durò 6 settimane, quando poi l'esercito moscovita fece saltare delle porzioni di mura tramite delle mine, e penetrò in città. Occorsero altri cinque anni per piegare definitivamente il khanato. Nel 1554 Ivan assaltò e prese possesso di Astrachan', alla foce del Volga, a comando della quale impose un khan di sua nomina. Le truppe della Crimea invasero il suolo russo nel 1554, nel 1557 e nel 1558 venendo ogni volta cacciate indietro. Dal 1558 al 1563 Mosca fu occupata in una guerra con la Lituania che, paventando un'ulteriore allargamento della Moscovia, attaccò un porto sul confine dando inizio al conflitto. Ivan solo nel primo anno di guerra prese possesso di venti piazzeforti fra cui la città di Dorpat ( Tartu odierna) e inflisse grandi sconfitte all'ordine teutonico, che nel frattempo fu secolarizzato e il suo ultimo gran maestro divenne vassallo del re di Polonia e principe di Curlandia. Nel 1563 le forze russe conquistarono Polok alla Lituania, ponendo fine al conflitto. 


la zarina Anastasija Romanovna, moglie di Ivan IV 

Ivan il mecenate e Ivan il mercante 

Nonostante l'enorme sforzo bellico, Ivan si contraddistinse anche come protettore di artisti e promulgatore delle scienze; già nel 1547 mandò un proprio agente in Germania, il sassone Slitte, per reclutare artisti, poeti, musici e artigiani di alto livello, oltreché centoventi medici, insegnanti e tecnici ma, a causa di un dazio pesante a Lubecca imposto dalla Lega Anseatica, solo pochi di loro riuscirono ad arrivare a Mosca. Nel 1555 Mosca e l'Inghilterra firmarono un vantaggioso accordo commerciale per Londra, unito ad una missione diplomatica russa la quale riuscì a portare a Mosca diversi esperti minerari e medici di buon livello. 
In quegli anni tuttavia Ivan iniziò a rompere i rapporti col suo consiglio diretto e con i suoi collaboratori, rafforzando l'autocratismo e l'assolutismo. I rapporti con l'Inghilterra divennero di primaria importanza: permise ai mercanti inglesi di possedere un proprio tribunale in terra russa sotto giurisdizione propria, e aprì le porte ai commercianti inglesi togliendo ogni dazio doganale. 

Ivan IV diventa "Il terribile"

La situazione politica interna già iniziò ad appesantirsi con dei precedenti quali la pretesa di Ivan di governare senza consultare gli Stati Generali e senza seguire le direttive del consiglio dei boiari e del consiglio ristretto, ma la vera svolta iniziò nel 1560, l'anno della morte dell'amata moglie. Ivan perse la sanità mentale con quello shock e accusò i suoi collaboratori Silvestro e Adasev di averla avvelenata. Benché non ci siano prove circa la loro colpevolezza, gli archeologi di epoca sovietica rinvennero nel corpo di Anastasija tracce di veleno nelle ossa, accreditando l'ipotesi di un omicidio. Ivan ostracizzò i due collaboratori - esiliò il prete in un remoto convento e imprigionò a vita Adasev - e dette avvio immediatamente ad una serie di arresti e uccisioni di nobili e ricchi, scatenando la sua ira contro tutti coloro che lui ritenne colpevoli di connivenza con i regicidi. Molti nobili si rifugiarono in Lituania dando avvio ad una serie di congiure contro il sovrano, tutte fallite. Ivan, preso da uno dei suoi scatti folli, abbandonò Mosca nel 1564 trasferendosi ad Aleksandrov, a 100 chilometri da Mosca. Al Metropolita giunsero due lettere, nella prima Ivan accusava clero e nobiltà di volerlo uccidere e manifestava la sua volontà di abdicare; la seconda lettera, che fu letta al popolino, esprimeva il pensiero di Ivan ai suoi fidati sudditi, ai quali "nulla aveva da rimproverare". Vi fu una vera rivolta popolare in favore del Terribile, il popolo pianse e chiese pubblicamente che Ivan tornasse a governarlo: il ritorno del sovrano nella capitale fu trionfale nel 1565, dopo che una delegazione di boiari impauriti e sconvolti e di popolani festanti fu andata in processione dallo Zar per chiedere del suo ritorno. Ivan tornò ottenendo due clausole per la sua seconda intronizzazione, ossia il potere di creare un nuovo corpo militare di suo diretto comando e fiducia - una polizia politica de facto - chiamata opricnina e la facoltà di punire chiunque a suo esclusivo parere, senza che nessun giudice di nessun livello potesse contestare. i cavalieri dell'opricnina erano nero-vestiti e montavano solo cavalli neri, inizialmente di numero mille, poi alzato a seimila unità. Essi furono il principale strumento di cui Ivan si servì per "purificare il regno dai boiari" come egli stesso affermava. Vi fu un vero terrore fra la classe nobile, invisa ai contadini, i quali applaudivano all'arrivo degli opricniki ( i cavalieri neri). Il Metropolita Filippo osò manifestare dissenso verso questi cavalieri, e lo Zar lo fece imprigionare, e successivamente gli opricniki lo uccisero nella sua stessa cella. Molte città subirono la distruzione da parte di questi cavalieri neri, compresa Novgorod nel 1570. Come se non bastasse, la guerra sul fronte interno si accompagnò a nuove incursioni tartare che, sebbene non riuscirono a prendere il Cremlino, dettero alle fiamme buona parte di Mosca e condussero via ampio bottino e 100'000 prigionieri. Inoltre nel 1569 I Lituani, la Livonia e i Polacchi si coalizzarono contro Mosca. Nel 1578 gli svedesi infissero una dura sconfitta all'esercito russo. Nei trattati del 1582-83 la Russia dovette rinunciare ad ampie porzioni di territorio in favore di polacchi e svedesi. Ivan IV si spense nel 1584, dopo venticinque anni di lotta che avevano collassato in un fallimento lungo la riva del baltico. Interessante sapere che, negli ultimi anni di regno, Ivan ritenne importante aiutare la "conquista della Siberia" a opera del nobile Sturganov. Il successore di Ivan il Terribile fu Teodoro I, figlio della compianta Anastasija. 

in questo dipinto Ivan IV chiede al Metropolita di essere tonsurato monaco. Rappresenta uno dei tanti scatti nevrotici del sovrano. 


Ivan IV nelle fiabe russe

Il principe Ivan è una figura molto popolare che nulla ha di "terribile". Amico del popolo, grande liberatore dai soprusi dei feudatari, è universalmente riconosciuto come il principe buono delle fiabe. In netto contrasto con la versione ufficiale che lo vede un perverso torturatore. In una fiaba addirittura egli si traveste da ladro, e rubando assieme ad un compare, chiede poi di derubare il palazzo del re, e il ladro lo schiaffeggia dicendogli: << mai ruberei a Ivan.>> il principe, saputa la sua fedeltà, lo premia facendolo diventare ministro. Questa è la più famosa delle miriadi di favole sul principe Ivan su bianco cavallo.

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