Legittimità del sovrano
Nell'Europa medievale le vie d'accesso al potere regio, se esclusa l'usurpazione, sono l'elezione, la designazione del successore da parte del sovrano, oppure "guidata" da Dio attraverso la vittoria di una battaglia, e infine la successione dinastica. Nell'Alto Medioevo la designazione dei sovrani era piuttosto incerta, poiché da un lato provenivano da popoli barbari le cui usanze spesso erano elettive, e anche perché l'andirivieni dei popoli barbari che si lottavano l'esiguo spazio europeo proseguì fino all'arrivo degli Arabi nella Spagna. L'antica usanza barbara del Gavelkind, ossia della divisione dei possedimenti in parti uguali tra tutti i figli, viene presto soppiantata dal principio della primogenitura. Molto delicato è parlare di usurpazione, poiché può essere legittimata con la "legge di Dio", ossia se il re usurpatore è benedetto dalla Chiesa o da palesi manifestazioni della divina volontà. Nel primo caso posso citare sicuramente gli Altavilla , che con la benedizione del Papa poterono sbarcare prima in Inghilterra e successivamente in Sicilia e farne il loro possedimento; dall'altro lato ad esempio il passaggio da Carolingi a Capetingi: la realtà di chi deteneva il potere fu una motivazione sufficiente. Ogni regno aveva i suoi rituali per legittimare il sovrano da incoronarsi. L'esempio più notevole lo troviamo in Francia, dove il Re si dipartiva per Reims, dove anticamente San Remigio aveva battezzato Clodoveo, il sovrano dei Franchi, e durante la Santa Messa veniva investito del potere reale attraverso l'unzione con il myron della Sacra Ampolla, che si dice perpetuata direttamente da San Remigio. La sacralizzazione della Monarchia fu l'effetto cristianizzante delle lande barbare, ma non fu l'unico caso. Ancora nel XX secolo la monarchia austro-ungarica riceveva l'investitura imperiale con doppia liturgia, cattolica e ortodossa. Nella quasi totalità dell'Europa i principi e i re venivano investiti del potere regio durante una Messa. La descrizione che segue è l'incoronazione del principe Vlad III Tepes di Valacchia (1456), che quindi è un sovrano minore, ma potrebbe rendere l'idea:
"L cerimonia dell'incoronazione spettò al Metropolita ( arcivescovo) e ai grandi boiardi. (...) L'unzione dei principi si svolgeva col sacro crisma, preparato a Costantinopoli dal Patriarca e dai suoi vescovi, composto da balsamo, olio d'oliva e altre trenta sostanze. Il futuro sovrano veniva condotto dentro lo spazio sacro dell'altare maggiore e quando il Metropolita finiva la sua preghiera con "Adesso chiediamo che la grazia del Santo Spirito scenda su di lui" il coro cantava "è degno" per tre volte. In seguito il voivoda veniva spogliato e rivestito di abiti principeschi (...). Le altre onorificenze gli vennero consegnate al momento dell'incoronazione e furono la corona d'oro, lo stendardo della nazione, lo scettro ( topuz in romeno) la spada e la sciabola, e infine la lancia. Gli venne offerta come di norma la Croce del Salvatore affinché la baciasse ( nel rituale ortodosso a conclusione della Liturgia si bacia la Croce, ndr). Il principe si assise dunque sul trono e tutti i presenti si presentarono in fila dinnanzi a lui per baciargli la mano destra: il metropolita, gli abati, i sacerdoti e i monaci, poi i boiardi, i mercanti e i capitani dell'esercito. L'Indomani il principe si recò nuovamente in chiesa per il giuramento dei feudatari (...) i grandi boiardi misero la mano sul Vangelo e giurarono fedeltà al voivoda. Successivamente il principe spedì lo spathaire ( il comandante dell'esercito) a ricevere gli omaggi dai governatori di tutte le contrade."
Il testo, che ho liberamente riscritto e accorciato, è tratto dall'ottima biografia su Dracula scritta da Matei Cazacu. Con questo testo si nota dunque, come dicevo, l'incoronazione di un piccolo principe; possiamo solo figurarci la maestosità di un Imperatore o di un Re di Francia.
Il Re: simboli e caratteristiche
Il Sovrano era tale perché possedeva, all'interno del Regno di cui era sovrano, un territorio totalmente suo, privo di feudatari, nel quale l'amministrazione era sua diretta competenza. Più grande era questo spazio, e più la sua forza in campo politico cresceva. Inoltre, grande peso in politica estera avevano la legittimità di sangue e le parentele agnatizie. Ad esempio durante la Guerra dei Cento Anni Edoardo III si presentava formalmente come re di Francia, anche se non vi risiedeva, per diritto di sangue. La natura del potere regio si manifestava con i sensi mutuati dal diritto romano di auctoritas e potestas, arricchiti dalla dignitas attribuita attraverso la benedizione della Chiesa, e la majestas, che porterà poi all'esistenza del crimine di lesa maestà da una parte e il "diritto di grazia" dall'altra, ossia il perdono condonato dal Re a chiunque: diffuso già in Castiglia e in Francia nell'Alto Medioevo, divenne effettivo nel XIV secolo in gran parte d'Europa. La maestà regale era sottolineata anche nell'Arte gotica e romana con le immagini di Cristo-in-Maestà, o Cristo Re. Sebbene non si possa parlare di monarchia costituzionale - fuori dal caso inglese, che nel 1215 sotto Giovanni Senza-Terra diverrà Monarchia Costituzionale - il Re medievale giurava all'atto della consacrazione di tener fede ai suoi impegni rispettivamente verso Dio, verso la Chiesa, verso il Popolo e verso i suoi feudatari. Del resto, il re medievale era vincolato dai canoni della Legge, non era un sovrano assoluto. I nobili più volte si sono appellati al Diritto contro i sovrani. Anche se formalmente Imperatore e Re non sono sinonimi, in quanto imperator era il generale vittorioso, e Rex nell'immagine mutuata dai romani era un tiranno, nel IV secolo si assiste alla fusione improvvisa dell'imperator col rex. Il Papa adottò la Tiara e un trono di tre gradini più alto degli altri troni europei; l'Imperatore adottò il privilegio di indossare "una corona chiusa" a testimonianza dell'Universalità del suo potere, che << chiudeva tutto il creato sotto di sè >>. A sua volta il Re di Francia adotterà la "mano di giustizia" ossia uno scettro adornato con una mano alla sua estremità, indicante la somma autorità giudiziaria del sovrano. Per riconoscere il sovrano presto o tardi arrivarono poi gli stemmi, già comunissimi nei feudatari. Ogni sovrano aggiungeva particolari al proprio casato e li apponeva sul suo stemma privato. Il Sovrano nell'immagine pubblica era talvolta taumaturgo. Che sia un dato reale o fantasioso, testimonia la validità della consacrazione per mezzo di criteri ecclesiastici. Il più famoso rimane Luigi IX, santo per la Chiesa Romana, il quale si dice che curasse la lebbra dei suoi poveri ogni volta che ne toccava uno; In Castiglia abbiamo l'esempio di alcuni re esorcisti, che guarirono gli indemoniati; il primo sovrano ad avvalersi di poteri taumaturgici fu Enrico III d'Inghilterra, salito nel 1216 al potere. Altresì molti sovrani francesi si diceva facessero crescere le messi nei campi al loro passaggio. Queste facoltà da notarsi come non siano ereditarie, ma frutto della consacrazione valida: non si manifestarono sempre, ma solo su alcuni re e in alcuni luoghi. Infine, la santità del Re medievale si manifestava sia con la pietà privata, con la devozione religiosa, e con la cristianizzazione delle proprie nazioni, un vero affare di stato che vide coinvolti tutti i sovrani fino al Basso Medioevo, e anche oltre. Nonostante la Chiesa abbia sempre respinto il rex-sacerdos, da notare come alcuni rituali clericali siano concessi al Sovrano: anche nell'Occidente cattolico-romano il re sale in altare e si comunica sotto le Due Specie ( pane e vino, come i chierici) durante la Messa, e ha il privilegio di vestire la pianeta rialzata sul braccio, come gli ecclesiastici. L'unica figura che coniugò la sovranità temporale col potere spirituale fu il Papa di Roma, che con Gregorio VII assunse il carattere bipolare di governante e di vescovo con paternità universale. Il Papa si richiamava alla figura biblica di Melchisedech, re e sacerdote, ma la negava agli altri principi del mondo. I Re venivano infine riconosciuti già in vita con degli attributi derivati dalle loro condizioni o dalle loro effettive capacità e imprese: tutto ciò li delimitava e li rafforzava assieme.
Re, Imperatore e Papa
Nel corso del medioevo pur tuttavia avviene che spesso si è Re, ma non si è Imperatore. Nell'Oriente cristiano vediamo l'Impero Romano d'Oriente, molti principati e potentati autonomi, e sovrani indipendenti. Se invece ci focalizziamo sull'Europa Occidentale, troviamo un Imperatore che si sdoppia in Re di Germania e in Re dei Romani, ma assume quest'ultima carica solo se riesce a farsi incoronare dal Papa a Roma, il che avviene raramente. Tralasciando qua il senso profondo del senso meta-politico dell'essere Imperatore dei Romani, osserviamo piuttosto come si arrivò al papato temporale. Ratione peccati il Papa Gregorio VII nel suo Dictatus Papae contrappose la superiorità del papato e quindi dello spirituale sul temporale, in contrasto con gli imperatori, che detenevano la superiorità temporale e pretendevano privilegi sul clero. Paradossalmente i due poteri forti del medioevo, Papa e Imperatore, presto perdono la loro esclusività, a causa del principio elettivo per entrambi. Ovviamente il Papato rimase e rimane elettivo, poiché fondato da ecclesiastici celibi, e decade direi causa di forza evidente il principio dinastico; Nonostante alcune dinastie si siano poggiate sull'ereditarietà, anche l'Impero Germanico era in fin dei conti elettivo. Proprio per questo, i Re nazionali, con la continuità del potere, riescono a fondare stati più forti ed efficienti.
Il regicidio
Se il Re ha carattere sacro, eppure ciò non basta perché si eviti il tirannicidio. Uno dei criteri di legittimazione dell'uccisione di un re era l'essere stato incoronato da un anti-papa, o crimini affini: eresia, rifiuto di partecipazione a crociate, inettitudine al comando. A metà del XII secolo Giovanni di Salisbury condannò il tirannicidio eppure nel 1407 Jean Petit, il rettore dell'Università di Parigi, giustificò l'assassinio del Duca d'Orleans appellandosi alla santità della causa del tirannicidio. Da qui la domanda: quando è possibile il regicidio? quando abbiamo dinnanzi il rex inutilis, o il sovrano malvagio. Qui dunque possiamo capire come fondamentale è il concetto nel Medioevo di un Re che vive e lavora nell'interesse del popolo.
La Corte
Sempre a Giovanni di Salisbury dobbiamo la diffusione del motto "rex illitteratus quasi asinus coronatus". Il Sovrano dunque dev'essere istruito. Con lo sviluppo dell'Università e la ripresa della cultura scientifica nel XI secolo ( la prima Università fu aperta a Bologna nel 1088) anche le corti dei sovrani si riempiono di studiosi laici. Infatti è ingiusto dire che nell'Alto Medioevo non vi fossero a corte uomini di scienza. Ricordiamo giustamente la Corte di Carlomagno, o quella dei sovrani Longobardi, e sarebbe un crimine ritenere una Roma papale incolta, ma il sapere era veicolato principalmente dai sacerdoti e dai monaci, che ebbero cura di salvare la sapienza. Ma dall'anno Mille in poi assistiamo ai "Re Letterati" come Alfonso X di Castiglia ( XIII secolo) detto "il Saggio" o Carlo V di Francia ( XIV secolo) detto il "Re Aristotelico". Il paradosso è che se nell'Europa continentale assistiamo alla rinascita della corte culturale, in Inghilterra i sovrani da Giovanni Senza-Terra in poi non scrivono più correttamente in latino. Nella metà del Duecento inizia a diffondersi l'etica di corte a livello sempre più morboso, la curialitas,ossia l'etichetta, sopratutto in Francia e nelle Signorie italiane, dalle quali i sovrani europei prendevano il buon gusto e le regole dell'etichetta. Il Rex amabilis ossia un sovrano raffinato, di buon gusto, che eleva tanto i suoi cortigiani quanto i suoi sudditi di bassa estrazione, propenso all'umorismo e alla vita sana, è un attributo agognato da molti sovrani basso-medievali, e va di pari passo col rex pacificus. Quest'ultima connotazione ha un carattere quasi escatologico, una funzione preparatoria: il sovrano pacificatore e pacifico istruisce i suoi sudditi e li prepara a vivere nel regno dei santi che verrà col ritorno di Cristo. Non sorprende infatti che Luigi IX verrà canonizzato da Bonifacio VIII col titolo di "re pacifico". Il Cortigiano, l'uomo che forma il seguito del re o di un potente signore, non è più solo un guerriero - come era nell'alto medioevo - ma la Corte si riempie di numerosi personaggi: giuristi, preti, artisti, uomini di vario genio, mercanti, medici, astrologi, economisti. La Corte Medievale è sempre più ricercata.
Bibliografia:
Jacques Le Goff - Il re medievale
Jacques Le Goff - La vita nel Medioevo
Matei Cazacu - Dracula
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